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Ulcinj è tra le città più antiche sulla costa orientale dell’Adriatico. Dalla preistoriaalla fine del XIX secolo, a causa della sua posizione geografica, fu oggetto diconquista di svariati popoli. Alcuni vi si fermarono a lungo, altri brevemente, matutti vi hanno lasciato qualche traccia. Sarebbe troppo lungo menzionare gliinnumerevoli eventi che hanno avuto per teatro questa zona nella storiapassata.
Sulla sponda del lago Zoganjsko, in località Ceret, sono state scoperte le traccedella più antica presenza dell’uomo a Ulcinj. Nel corso di lavori di sanamentedel suolo per la costruzione della Salina, sono venuti alla luce pavimenti di terrabattuta di edifici di un insediamento di Illiri dell’età del bronzo. A quel periodorisalgono pure due tumuli, tombe usate dagli Illiri quando vivevano in pianura,venuti alla luce nel villaggio di Zoganje, in località Crveni Brijeg. All’epoca in cuigli Illiri, di fronte alla minaccia di nemici, abbandonarono le zone di pianura per costruire i propri »castellieri« sulle alture, risalgono due tumuli in pietra (tombe)venuti alla luce sopra il canyon di Medureca e in località Gjat sulle pendici nor-dorientali della Bijela Gora. All’età del bronzo risalgono pure alcune accette ditipo dalmato-scutarino rinvenute nel villaggio di Vladimir ed a Ulcinj.

L’antica ,UIcinj
Si ritiene che l’antica Ulcinj, sul suolo dell’odierna Cittavecchia, sia stata fondatanel V secolo a.C. dai coloni greci della Colchide. Dell’arrivo dei Calchi in questeterre si parla in un canto di Apollonio da Rodi del III secolo a.C. In quell’epoca,in questa zona, vivevano gli Illiri i quali, sotto l’influsso della cultura greca, hannolasciato tracce del più antico insediamento nella città: resti di ciclopiche muradi cinta.
L’opera muraria è la più antica del genere sulla costa orientale dell’Adriatico.Nella fortezza della Cittavecchia si trova anche una delle più antiche iscrizioni inonore della dea Artemide Elafavola. E’incisa sull’ara di sacrificio, dono dellacomunità degli scalpellini alla dea Artemide. Vi si legge:

TO KOINON TON LATOMON APTEI (D) I TI ELAFAVOLOI (La comunità dei lapicidi erige ad Arte-mide Elafavola). Oltre a questa ara, le ricerche compiute nel territorio della Cit-tavecchia, cominciate nel 1953 e tuttora in corso, hanno portato alla luce moltialtri oggetti della cultura materiale che confermano la fondazione della città nelV secolo avanti l’era volgare. Si tratta di numerosi frammenti di ceramica rossafigurale, di cammèi con l’immagine della dea Atena con l’elmo, eccetera.Quella città, dai Romani conosciuta come Colchinium ed abitata poi da gentidella tribù illirica degli Olciniati, fu conquistata dagli stessi Romani nel II secolo(anno 163 a.C.) e ribattezzata Olcinium. E’ il nome questo, che troviamoscritto per la prima volta in Plinio il Vechio, nella sua opera »Naturalis historiae«,menzionato pure da Tito Livio. All’epoca romana Olcinium divenne un isedia—mento fortificato con lo status di oppidum civium Romanorum, più tardi dimunicipium, città con diritti di autonomia. Risale a quell’epoca una partedella mura di cinta che, per la sua fattura/costruzione differisce dalle murailliro-greche.

II Medio Evo
In segito alla divisione dell’Impero Romano, Olcinium venne a trovarsi nella pro-vincia di Prevalis dell’Imperio d’Oriente. In quell’epoca Ia popolazione abbrac-ciò la fede cristiana. Nel periodo di Dioclea e dello Stato dei Nemagna (Ne-manjic) assunse un carattere medievale, diventando altresì un importante cen-tro commerciale e marittimo con autonomia municipale nell’ambito dello Statodella Rascia. Difesa da solide mura, resistette ai potenti attacchi dei guerrieridell’imperatore macedone Samuilo sul finire del IX secolo e, più tardi (nel 1242)agli assalti delle orde mongole.
All’epoca dello Stato di Rascia furono costruite nella Cittavechia deverse chie-se, delle quali sono rimaste oggi soltanto le fondamenta (Santa Madre di Dio,del 1250; S. Giovanni da Dulcigno, del 1290; S. S. Domenico e Sigurato, del1394; S. Michele Sotto Città, del 1406). In questa citta vissero Elena d’Angiò(1282-1309), vedova del re serbo Uros, e (nel 1357) la moglie dell’imperatoreserbo Dusan, anche lei Elena. All’epoca di Dusan fu istituita in questa città unazecca.
La funzione politica della città si fece più importante ai tempi della signoria deiBalsic che si rafforzò soprattutto in seguito allo sfacelo dello Stato di Rascia. Diquella signoria si è conservata i’imponente torre »Balsica« nella parte alta dellaCittavechia. A Ulcinj morì e fu sepolto Duraci Stratimirovie Balsib, »signore ditutta la Zeta e del Litorale« (1385-1403).
Con la fine dello Stato della Zeta, Ulcinj cadde sotto il dominio di Venezianell’anno 1405 e sotto la Serenissima Repubblica rimase per 150 anni. L’e-poca veneziana portò nuovi elementi nella struttura urbanistica e nell’architet-tura. Furono ricostruite le mura di cinta, le porte e le torri. Alla città fu impressoil timbro dell’urbanesimo veneziano di tipo adriatico orientale con fastosi palaz-zi, chiese e piazze. A quel periodo risale anche una chiesa rinascimentale del1510. Sopra un alto muro nella piccola piazza chiusa nei pressi dell’ ingressoNord alla Cittavecchia, con mattoni rossi è stato scritto il nome »Johani Bolani«del rettore e capitano veneziano della città.

Nell’anno 1571 Ulcinj fu conquistata dai Turchi.Come si vede dalla data,rispetto alle località vicine ed ai territori dell’entroterra, Ulcinj finì molto tardisotto il dominio ottomano; erano passati già 200 anni da quando i Turchi ave-vano varcato il fiume Maritza (nel 1371), dando inizio alle conquiste dei territorinei Balcani, e circa 90 anni dopo la conquista turca di Herceg-Novi/Castel-nuovo di Cattaro (1482-1483). Ciò dimostra che i Veneziani davano grandeimportanza alla fortezza di Dulcigno-Ulcinj sul piano strategico, marittimo, eco-nomico e politico.
Con l’occupazione turca, la città subì una nuova trasformazione, finendo perassumere una fisionomia prettamente orientale. In essa sorsero moschee, fon-tane, la torre dell’orologio, bagni pubblici, locande, sepolcri musulmani,bazarle case furono adattate al modo di vivere dei nuovi padroni. 1 quali riem-pirono di case di abitazione la parte inferiore della città, trasformando in mos-chea la chiesa nella parte alta (nel 1693), mentre nel sobborgo sorse una bor-gata periferica nella quale furono costruite parecchie moschee:
la Moschea delPascià o »Pascìna« (1719), la Moschea Principale (1728), la Brijeg-Moschea (oMoschea della Collina) del 1783, la Moschea Ljamina (1689), la moschea diVrh-pazar (1749), la Moschea Meraja (1779).
Particolarmente bella dal punto di vista architettonico è la torre dell’orologiocostruita nel 1754.
L’islam impresse la sua Impronta all’intera vita privata e sociale. Il dominio turcosi protrasse per oltre 300 anni, fino a quando, in attuazione delle decisionidel Congresso di Berlino (1878), Ulcinj fu annessa al Montenegro.

Burrascosa storia della citta Ulcinj – Montenegro